Cos'è la SM

La sclerosi multipla (SM) è una malattia infiammatoria-demielinizzante cronica del sistema nervoso centrale, autoimmune e ad eziologia multifattoriale (genetica ed ambientale), che si manifesta con sintomi diversi da individuo a individuo.

Conoscere la SM, le sue forme e i sintomi più frequenti, sapere cosa fare per giungere a una diagnosi, sfatare alcuni miti e false credenze relativi a questa patologia è un passo importante per poterla gestire al meglio. 

Se non opportunamente riconosciuti, i sintomi riferibili alla SM possono creare ansie e timori e condurre ad accertamenti non necessari. Nello stesso tempo, non è raro che la persona con SM (e persone vicine) attribuisca ogni piccolo disturbo organico alla malattia. E’ per questi motivi che è essenziale una corretta interpretazione dei sintomi, una buona relazione fra medico e paziente e la programmazione di regolari visite neurologiche di controllo.

Questa sezione ha lo scopo di fornire informazioni utili a tutte le persone con questa malattia ed ai loro familiari.

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EPIDEMIOLOGIA

La SM è una malattia che colpisce tipicamente persone tra i 20 ed i 40 anni; tuttavia può insorgere anche in bambini, adolescenti e dopo i 50 anni di età. E’ più frequente nel sesso femminile (il rapporto tra femmine e maschi affetti è di circa 3:1). In un anno in Italia, 1 individuo ogni 10000 riceve diagnosi di Sclerosi Multipla; secondo recenti stime dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), le persone con SM in Italia sono ca. 110.000.

 

CARATTERISTICHE CLINICHE

La SM è caratterizzata da recidive (o attacchi o ricadute) durante i quali si manifestano diversi sintomi neurologici a seconda della sede del sistema nervoso centrale colpita dall'infiammazione. I sintomi causati dalla SM hanno, in genere, comparsa acuta/subacuta, durata di almeno 24 ore e decorso molto variabile da individuo a individuo.

 

I sintomi più frequenti sono:

  • disturbi della vista* (vista offuscata o visione doppia)
  • disturbi motori* (debolezza di uno o più arti, difficoltà di deambulazione)
  • disturbi della sensibilità* (sensazione di torpore o di formicolio, perdita di sensibilità al tatto, difficoltà a percepire il caldo e il freddo)
  • disturbi dell’equilibrio e della coordinazione motoria* (vertigini, instabilità, tremore)
  • fatica (nello svolgimento di attività usuali)
  • disturbi vescicali (ritenzione, urgenza, incontinenza)
  • disturbi intestinali (stipsi, incontinenza)
  • disturbi sessuali (impotenza, calo della libido, etc)
  • disturbi cognitivi (soprattutto problemi di attenzione prolungata e memoria)
  • disturbi dell’umore
  • spasticità (con rigidità e/o contrattura degli arti)
  • dolore cronico (con caratteristiche neuropatiche)
  • disturbi dell’articolazione della parola (disartria) e della deglutizione (disfagia).

* sintomi più comuni all'esordio della malattia.

 

DECORSO DELLA MALATTIA

A seconda dell’esordio e dell’evoluzione della malattia è possibile differenziare la SM in:

  • Sindrome Clinica Isolata (CIS): unico episodio clinico suggestivo di SM; assenza dei requisiti clinico/strumentali per la diagnosi di SM.
  • Recidivante Remittente (RR): la variante più frequente (85% dei casi); caratterizzata dal ripetersi di recidive (ovvero episodi sintomatici acuti) che usualmente regrediscono, del tutto o in parte, in un tempo variabile; le recidive sono in genere seguite a fasi di remissione (ovvero stabilità clinica della malattia).
  • Secondariamente Progressiva (SP): rappresenta l’evoluzione della forma RR; caratterizzata dalla progressione lenta e per lo più irreversibile dei sintomi neurologici; in questa fase sono comunque possibili recidive, seguite generalmente da incompleta regressione.
  • Primariamente Progressiva (PP): progressivo peggioramento dei sintomi dall’esordio di malattia; in questa fase sono comunque possibili rare recidive, seguite generalmente da incompleta regressione.

CRITERI DIAGNOSTICI

I  criteri diagnostici attualmente in uso, elaborati inizialmente da Mc Donald nel 2001 e quindi in parte rivisti ed integrati nel 2005 e nel 2010, rispecchiano la necessità di dimostrare:

  • Disseminazione spaziale: la dimostrazione di almeno due sedi di danno diverse all’interno del sistema nervoso centrale, evidenziabile clinicamente o strumentalmente, tramite la Risonanza Magnetica;

 

  • Disseminazione temporale: la dimostrazione dell’interessamento del SNC in almeno due tempi diversi, evidenziabile clinicamente o strumentalmente, tramite la Risonanza Magnetica;

 

  • Esclusione di diagnosi alternative (es. neuromielite ottica, leucodistrofie, malattie reumatologiche con interessamento neurologico, malattie mitocondriali, encefalomielite postinfettiva, altre malattie della sostanza bianca) alla base del quadro clinico e strumentale riscontrato.

 

ESAMI STRUMENTALI

Sia in fase diagnostica che in fase di monitoraggio, il neurologo si avvale di alcuni supporti strumentali che integrano e/o suppliscono la clinica:

  • Risonanza Magnetica, che permette di localizzare le aree di demielinizzazione (le cosiddette placche) all’interno del SNC e, attraverso l’uso del mezzo di contrasto (gadolinio), individuare l’eventuale presenza di lesioni in fase “attiva”;

 

  • Esame del liquido cerebrospinale (il fluido in cui sono immersi il cervello ed il midollo spinale), che si ottiene tramite la puntura lombare; oltre ad escludere eventuali diagnosi alternative, come la possibile presenza di processi infettivi o neoplastici, tale esame può contribuire alla diagnosi mettendo in luce la presenza di uno stato infiammatorio cronico all’interno del sistema nervoso centrale, dimostrabile dalla presenza di particolari anticorpi chiamati “bande oligoclonali”;

 

  • Potenziali evocati (visivi, uditivi, motori e somatosensoriali), che permettono di evidenziare un difetto di conduzione lungo le vie nervose, causato dalla demielinizzazione.

OBIETTIVI DELLA TERAPIA

Anche se ad oggi non esiste una cura risolutiva per la SM, numerosi trattamenti sono in grado di ridurre l’incidenza e la severità delle recidive.

I principali obiettivi che si pongono le terapie per la SM sono:

  • abbreviare la durata delle recidive e ridurre la loro gravità (corticosteroidi);
  • prevenire le ricadute e prevenire o ritardare la progressione della malattia (farmaci immunomodulanti e immunosoppressori).

In altri termini, i trattamenti impiegati nella SM vengono usati allo scopo di prevenire danni irreversibili alla mielina e agli assoni, che si verificano già nelle fasi iniziali della malattia; per questo motivo è importante agire tempestivamente (trattamento precoce), anche dopo il primo attacco di malattia, se sussistono i criteri per la diagnosi.

 

 

TERAPIA DELLE RECIDIVE

I farmaci steroidei (corticosteroidi) vengono somministrati per pochi giorni (in boli endovenosi) o settimane al momento in cui si verifica una recidiva in modo da ridurne la durata e gli esiti.

 

 

TERAPIA MODIFICANTE IL DECORSO (dall’inglese “disease modifying therapies”)

Esistono numerosi farmaci, immunomodulanti e immunosoppressori, che sono in grado di modificare il decorso della malattia, riducendo la frequenza delle recidive e l’accumulo di disabilità nel tempo.

Queste terapie sono classificate, in base al rapporto rischi/benefici in:

 

1) Farmaci di “prima linea”, utilizzabili subito dopo la diagnosi e comunque nei casi con attività di malattia lieve-moderata:

  • Dimetilfumarato (per uso orale).
  • Glatiramer acetato (per uso sottocutaneo).
  • Interferone beta (1a e 1b), disponibile in varie formulazioni che differiscono per dose/frequenza/via di somministrazione (intramuscolare o sottocutanea).
  • Teriflunomide (per uso orale).

I farmaci di prima linea, attraverso la modulazione del sistema immunitario, hanno dimostrato di ridurre sensibilmente la frequenza delle ricadute cliniche (30-50%) e delle nuove lesioni in RM (50-60%) e di conseguenza il rischio di disabilità a lungo termine. 

Ciascuno di tali farmaci presenta, inoltre, uno specifico spettro di possibili reazioni avverse ed effetti collaterali, che vanno accuratamente discussi con il neurologo del centro SM prima di intraprendere il trattamento.

 

2) Farmaci di “seconda linea”, utilizzabili a seguito di non risposta clinica e/o radiologica ai trattamenti di prima linea o, sin dall’inizio, nelle forme a più elevata attività di malattia; tra questi farmaci annoveriamo:

  • Alemtuzumab (per uso endovenoso), in grado di colpire drasticamente i linfociti T e B circolanti, riducendo per lungo tempo (effeto induttivo) l’aggressione del sistema immunitario nei confronti del sistema nervoso centrale.
  • Cladribina (per uso orale), un antimetabolita diretto, soprattutto, contro i linfociti responsabili del danno a carico del sistema nervoso centrale.
  • Fingolimod (per uso orale), in grado di “sequestrare” i linfociti all’interno dei linfonodi, prevenendo in tal modo il loro attacco ai componenti del sistema nervoso centrale.
  • Natalizumab (per uso endovenoso ogni 4-6 settimane), un anticorpo monoclonale in grado di bloccare il passaggio delle cellule autoreattive del sistema immunitario all’interno del sistema nervoso centrale.
  • Ocrelizumab (per uso endovenoso ogni 6 mesi), anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro l’antigene CD20 espresso dai linfociti B. Oltre ad aver ricevuto l’approvazione per il trattamento delle forme Recidivanti Remittenti (RR), è il primo farmaco approvato per la Sclerosi Multipla Primariamente Progressiva (PP).
  • Ozanimod (per uso orale): come il fingolimod, questo farmaco previene la fuoriuscita dei linfociti dai linfonodi, riducendo il ricircolo delle cellule T autoreattive (dirette contro la mielina) nel sistema nervoso centrale. E’ in grado di ridurre la migrazione dei linfociti autoreattivi (diretti contro la mielina) nel sistema nervoso centrale. A differenza del fingolimod, presenta una maggiore selettività di azione (S1PR1 ed S1PR5) e, di conseguenza, diverso profilo di sicurezza. A differenza del Fingolimod, non richiede il monitoraggio cardiaco in occasione della prima somministrazione, ma è prevista la titolazione del farmaco per i primi giorni di cura.
  • Ponesimod (per uso orale): come il fingolimod, questo farmaco previene la fuoriuscita dei linfociti dai linfonodi, riducendo il ricircolo delle cellule T autoreattive (dirette contro la mielina) nel sistema nervoso centrale. E’ in grado di ridurre la migrazione dei linfociti autoreattivi (diretti contro la mielina) nel sistema nervoso centrale. A differenza del fingolimod, presenta una maggiore selettività di azione (esclusivamente S1PR1) e, di conseguenza, diverso profilo di sicurezza. A differenza del Fingolimod, non richiede il monitoraggio cardiaco in occasione della prima somministrazione, ma è prevista la titolazione del farmaco per i primi giorni di cura.
  • Siponimod (per uso orale): come il fingolimod, questo farmaco previene la fuoriuscita dei linfociti dai linfonodi, riducendo il ricircolo delle cellule T autoreattive (dirette contro la mielina) nel sistema nervoso centrale. È il primo farmaco approvato per la Sclerosi Multipla Secondariamente Progressiva (SP), prescrivibile e rimborsabile in Italia dal Aprile 2021. A differenza del Fingolimod non richiede il monitoraggio cardiaco continuo in occasione della prima somministrazione, ma è prevista la titolazione del farmaco per i primi 5 giorni.

I farmaci di seconda linea presentano una efficacia sensibilmente superiore rispetto ai farmaci di prima linea, sia nel ridurre la frequenze delle recidive cliniche (60-80%), sia nel ridurre la progressione della disabilità e l’aumento delle lesioni demielinizzanti evidenziabili alla RM; a tale maggiore efficacia tuttavia fa da contraltare un profilo di sicurezza mediamente inferiore. La scelta di questi farmaci, pertanto, richiederà un’ancor più accurata discussione con il neurologo del centro SM prima di intraprendere il trattamento.

 

 

TERAPIA SINTOMATICA

In questa categoria rientra sia la terapia farmacologica, sia l’insieme di trattamenti fisici e riabilitativi messi in atto per gestire i sintomi della SM e migliorare la qualità della vita, in un’ottica di gestione multidisciplinare.

 

Farmaci sintomatici maggiormente utilizzati per:

  • Spasticità: baclofen, dantrolene, tizanidina, derivati della cannabis*, tossina botulinica, etc;
  • Dolore: pregabalin, gabapentin, carbamazepina, derivati della cannabis*, etc;
  • Disturbi dell’umore: SSRI, SNRI, triciclici, benzodiazepine;
  • Disturbi sfinterici: alfalitici, anticolinergici, lassativi, derivati della cannabis*, tossina botulinica, etc;
  • Fatica: 4-aminopiridina e derivati, amantadina, etc;
  • Disturbi sessuali: sildenafil, verdenafil, etc.

* si precisa che per i derivati della cannabis è possibile procedere alla prescrizione di farmaci commerciali (Nabiximols) o specialità medicinali galeniche (a base di THC e CBD)

 Aggiornamento 07.04.22

Ultime news

29
Ottobre
2024

Vaccinazione anti-INFLUENZALE


All'attenzione di tutte le persone con Sclerosi Multipla.

Con l’arrivo dell’inverno, che porta con se la diffusione del virus influenzale stagionale, abbiamo pensato fosse utile fornirvi alcune informazioni e alcuni riferimenti in merito alla campagna vaccinale in corso.

Leggete dunque con attenzione le informazioni che troverete di seguito, comprensive di riferimenti/link alle fonti Istituzionali (Ministero della Salute) da cui sono state estrapolate.

NB: non si tratta di informazioni esaustive - che possono essere facilmente reperite sulle pagine dedicate (con relative Circolari) del Ministero della Salute - ma utili, ci auguriamo, ad orientarsi nella scelta di praticare o meno le vaccinazioni in oggetto.

 

INFLUENZA e VACCINO ANTI-INFLUENZALE

(NB: praticabile nella stessa seduta/giorno in cui si pratica la vaccinazione anti-COVID19)

(Informazioni estrapolate dalle pagine web dedicate del Ministero della Salute https://www.salute.gov.it/portale/influenza/homeInfluenza.jsp, https://www.salute.gov.it/portale/influenza/dettaglioFaqInfluenza.jsp?lingua=italiano&id=103 e dalla pagina dedicata dell’AISM https://www.aism.it/sclerosi_multipla_e_influenza_informazioni_e_raccomandazioni_l%E2%80%99autunnoinverno)

Perché vaccinarsi ?

Perché l’influenza, per quanto possa decorrere nella maggior parte dei casi in forma leggera, può talvolta assumere - soprattutto nelle persone cosiddette “fragili / a rischio” (definite, come vedremo più avanti, in base all’età avanzata e alla presenza di alcune condizioni/malattie preesistenti) - un decorso severo, dovuto alla comparsa di una serie di possibili complicanze. Queste ultime, che vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete mellito, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), possono infatti condurre più facilmente al ricovero in ospedale e ad esiti gravi, fino ad arrivare al decesso. Alcuni studi hanno anche messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, non bisogna dimenticare che casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane che non rientrano in alcuna delle categorie sopracitate.

A chi è raccomandata la vaccinazione ?

Sebbene il vaccino è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni, il vaccino viene raccomandato alle seguenti categorie di soggetti “fragili / ad alto rischio” di complicanze o ricoveri correlati all'influenza (NB: in rosso sono evidenziate le categorie di maggiore interesse per le persone con SM):

- Persone di età pari o superiore a 65 anni.

- Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo “postpartum”.

- Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti dalle seguenti patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:

  • malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO)
  • malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite
  • diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con indice di massa corporea BMI >30)
  • insufficienza renale/surrenale cronica
  • malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
  • tumori e in corso di trattamento chemioterapico
  • malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci (*) o da HIV

(*) In merito ai farmaci utilizzati nella SM, che rientrano in questa indicazione, devono essere considerati, in particolar modo:

- Fingolimod (GILENYA) - Siponimod (MAYZENT) - Ozanimod (ZEPOSIA) - Ponesimod (PONVORY)

- Ocrelizumab (OCREVUS) - Ofatumumab (KESIMPTA) - Rituximab (vari nomi commerciali)

- Alemtuzumab (LEMTRADA)

- Cladribina (MAVENCLAD)

- Uso prolungato di cortisonici --> previa discussione con il proprio neurologo curante.

- Qualsiasi altra terapia immunomodulante/immunosoppressiva che determini deficit della risposta anticorpale o cellulare (cioè una riduzione significativa e prolungata dei globuli bianchi o loro sottotipi, es. linfociti) --> previa discussione con il proprio neurologo curante.

  • malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali
  • patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
  • patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
  • epatopatie croniche.

- Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

- Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.

- Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o meno vaccinato).

- Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori (per maggiori dettagli riguardo questa categoria di soggetti è possibile consultare le FAQ presenti sul sito del Ministero della Salute: https://www.salute.gov.it/portale/influenza/dettaglioFaqInfluenza.jsp?lingua=italiano&id=103

NB: si tenga presente che, nel caso di persone con SM che presentino più elementi di “rischio/fragilità“ tra quelli sopraelencati, come ad esempio “età avanzata e terapia immunosoppressiva”, oppure ”età avanzata e disabilità elevata”, oppure “terapia immunosoppressiva e altre patologie” (es.: diabete mellito, neoplasie, cardiopatia, insufficienza renale o respiratoria, etc), la raccomandazione a sottoporsi alla vaccinazione diventa ancora più forte e urgente.

Quali sono le modalità di somministrazione del vaccino ?

(Per maggiori informazioni su questo punto può essere utile consultare la seguente pagina del Ministero della Salute https://www.salute.gov.it/portale/influenza/dettaglioFaqInfluenza.jsp?lingua=italiano&id=103 e discutere con il proprio Medico di medicina generale/Pediatra e/o presso il centro vaccinale di riferimento per valutare quando e come procedere alla vaccinazione).

  • Una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per i soggetti di tutte le età, con esclusione dell’età infantile.

Riguardo la risposta al vaccino, cioè la protezione che conferisce contro il virus influenzale

  • Nei soggetti sani la risposta immunitaria alla vaccinazione impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente.
  • Nelle persone con ridotta funzionalità del sistema immunitario, per cause congenite o acquisite, come in caso di assunzione di terapie che hanno un significativo impatto sul sistema immunitario (per le persone con SM devono essere prese in considerazione le terapie elencate nel paragrafo precedente), invece, la risposta al vaccino può essere più lenta e/o ridotta in quanto a efficacia e durata. Ancora di più, però, in questo scenario, la vaccinazione è fortemente raccomandata perché conferisce comunque una qualche forma di protezione verso il virus influenzale che, altrimenti, in caso di contagio, troverebbe la strada spianata sia dal deficit immunitario e sia dalla mancanza di una qualsiasi forma di protezione conferita dal vaccino, aumentando notevolmente il rischio di un decorso severo/complicato dell’infezione (soprattutto se si tratta, poi, di una persona con SM particolarmente fragile, come in presenza di età avanzata, copatologie e/o livelli elevati di disabilità). Proprio da qui la scelta degli esperti (infettivologi e immunologi) - basata su forti evidenze cliniche e scientifiche raccolte negli anni - di inserire i soggetti che assumono immunosoppressori nel gruppo ad “elevato rischio/fragili”, per i quali è fortemente raccomandata la vaccinazione, sebbene questa possa conferire una minore protezione rispetto ai soggetti sani di pari età.

I pazienti immunodepressi possono effettuare la vaccinazione?

  • I vaccini antinfluenzali stagionale disponibili NON contengono virus viventi e/o attenuati, ma soltanto virus inattivati o parti (proteine) del virus (NB: fa eccezione soltanto il vaccino in formulazione spray, che è composto da virus attenuati e che viene utilizzato nei bambini tra i 2 e i 18 anni; questo vaccino NON dovrebbe essere MAI somministrato a persone e bambini trattati con farmaci immunomodulanti/immunosoppressivi (in quanto il virus potrebbe in qualche raro caso riattivarsi e dare i sintomi - finanche severi - della malattia contro cui doveva proteggere).

E’ possibile ricevere nella stessa giornata/seduta il vaccino anti-influenzale e quello per il COVID-19 ?

  • Assolutamente sì, basta parlarne con il proprio Medico di famiglia o presso il proprio centro vaccinale. (Fonti Ministero della Salute: https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_6_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=campagne&p=dacampagne&id=178; https://www.youtube.com/watch?v=qnWoT8dD1-w)

Per eventuali richieste di informazioni e/o chiarimenti contattare il Centro SM utilizzando ESCLUSIVAMENTE questi due canali:

- E-mail: centrosm.neuro1.napoli@gmail.com

- Telefono: 081-5665145 - lunedì-giovedì 8:00-13:00

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